Andrea Gruccia (Andrea Simone Appendino ) nasce a Torino il 13 marzo 1974. Dopo aver lasciato gli studi, fa ogni tipo di lavoro, tra cui: montatore di mobili, muratore, elettricista, addetto alle presse per stampi plastici, saldatore, tornitore, volantinaggio, raccolta di verdure e ortaggi stagionali, addetto a imprese di pulizie, giardiniere per il verde pubblico e condomini. Distributore notturno del quotidiano "la stampa", scaffalista, decoratore in strutture pubbliche e fiere in giro per l'Europa.
Coltiva le sue passioni artistiche da autodidatta, scrivendo, dipingendo, componendo canzoni. Nel 2008 riprende gli studi e si diploma al serale come Perito Informatico, ottiene anche un diploma di Tecnico del suono e frequenta un corso di fotografia.
Partecipa a diversi eventi, tra cui, "Io espongo", dove è selezionato tra i finalisti per due anni consecutivi. Nel 2012 vince i concorsi di Para Photò, e Porndemia a Paratissima. Seguono diverse collettive, tra le quali "Millenium" al Museo di Scienze Naturali di Torino. Dal 2013 espone opere fotografiche e pittoriche alla galleria d'arte Accorsi di Torino.
Nel 2016 pubblica la sua prima raccolta di poesie e brevi racconti Capelvenere per la Marco Saya Edizioni.
Nell'autunno del 2016 è prevista l'uscita del suo primo romanzo, Il Tatto delle cose Sporche per la Milena Edizioni. Con questo romanzo, l'autore ha vinto il concorso letterario "L'alchimia dei sensi".
Raccolta di poesie:Capelvenere, Marco Saya Edizioni, 2016
Poesie
Piccoli amori
Siamo ostaggi di giganti. Il cielo, il sole, la luna, tutti giganti. Siamo formichine stanche. Ci ameremo dopo tutta questa stanchezza con tutta questa infinita stanchezza ci cercheremo ancora. Siamo stati case con mostri, ci baceremo già sbranati non ci libereremo mai davvero. E così ti vedo ogni tanto, tra le faglie di brutto, bella come il bianco terrificante conviene amarci, ci conviene quando ci amiamo i titani si quietano i giganti dei mari tornano negli abissi quelli della notte piangono e si rifugiano in altre notti si scioglie un dolore da qualche parte
dell'universo. Un fiore scagiona una depressione, un prato di viole chiude la bocca a quello che la natura ricrea. Quando ci amiamo educhiamo la natura corrotta dai titani dobbiamo essere al loro pari, noi amori piccoli siamo alla pari dei giganti.
Le mani migliori
Mi piaci perché parli al mio fegato e mi fai stare nella tua pancia se mi sfiori una spalla, una sola spalla, tutti quegli organi interni
non hanno più un nome.
Vorrei dedicarti versi alti, ma non m'ispirano gli endecasillabi quando il tuo corpo è così vicino questa nave di parole è un'accozzaglia inutile come le statue equestri nelle piazze il tuo odore, prende quello che definisco poesia e lo ridimensiona al livello degli spaghetti smezzati, è così terrena , la poesia quando è così vicina, muore dentro. Posso solo accarezzarti
con le mani migliori che ho.
Cinema
C'è un cinema da qualche parte
che proietta un film che dura da anni
e dentro ci sono persone vestite come allora,
qualcuno fuma perché non è ancora vietato,
uscite di sicurezza, tutto a norma,
semplicemente il film è stratosfericamente lungo
e bello, ogni tanto arriva l'odore della neve
e qualcuno si sistema la giacca,
qualcuno sorride con un dente d'argento.
Il film parla di una primavera sconfinata
in cui si sono innamorati tutti assieme,
mille, forse cento, e qualche sussurro è arrivato
fino in centro.
Qualche volta ripenso a qualcuno
che non ho più rivisto
e lo immagino là dentro
che si stira per stare più comodo,
si toglie le scarpe,
sulla pelle lo stesso profumo,
nemmeno un capello fuori posto,
la barba fatta da poche ore,
e negli occhi lo stupore
di una gioia intatta.
Buk Festival per editi, inediti e poesie. Scadenza a fine luglio.
Premio Babel per la traduzione per un giovane traduttore letterario italiano. Scade il 30 giugno 2016.